Milano: Odissea Lombarda

img-20160924-wa0009Io non ero propio entusiasto all’idea di visitare Milano, avrei preferito andare a Venezia piuttosto che Verona, ma sopratutto perché la mia prima visita li non ha avuto grande esito. Nel 1997 siamo arrivati da Dublino per un paio di giorni ma dopo avere cercato un albergo per diverse lunghe ore in mezzo del Milan Fashion Week, poco colpiti dai graffiti, dalla cacca di cani, dall’attitudine poco accoglienti dei milanesi, abbiamo deciso di prendere il treno notturno e viaggiare invece alla cittá eterna. Poi, molto anni dopo, quando ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie, sono rimasto veramente impressionato dal fatto che lei non c’era mai stata. Ammirevole, lodevole, e quant’altro.

In qualche modo, da sempre associo Milano a un certo, come dire, fighettismo. Dopotutto é il luogo di nascita di Berlusconi e di tanti suoi piccoli discepoli dal maglione sulle spalle e scarpe da barca che ho dovuto tollerare in classe a Londra per tanti anni. Milano sempre mi é sembrata una cittá dove la gente usa gli altri come se fossero specchi, un posto senza, come dire, sostanza. Comunque, ci sono romani che anno una opinione abbastanza piú positiva della seconda citta del paese. Quando dissi a una collega che ci andavamo mi rispose ‘ah, la citta dove tutto funziona’, pensando ai mezzi, l’assenza relativa di spazzatura per strada e quant’altro. Ma Milano é anche la terra di un forte movimento sociale e radicale, c’a dato anche Dario Fò e Umberto Ecco, tra gli altri. E visto che la Chiara stava faccendo un corso di una giornata intera (una roba sui rifugiati*) sono stato un attimino intrigato di scoprire ció che m’ero perso dall’altra riva del Pò.

Quindi é cosí che ho fatto senza volerlo (e senza medaglia!) la Maratona di Milano. Tra navigli, parchi, piazze soleggiate, avenues francesissime, mercati rionali, stadi di calcio e quant’altro, ho camminato 26 miglia. M’e piaciuta tanto la cittá che dopo avere lasciato l’appartamento airbnb alle 9 di mattina non ho visto ragione di fermarmi e ho continuato fino alle 6 del pomerriggio. Non é stato facile, ma ho trovato tante cose belle e capito che Milano é, in qualche modo, in almeno alcune quartiere – e io ne ho visto abbastanza – piu pulita e anche piu variegata di Roma. Certo, io ci sono stato poco tempo, ma m’e sembrato che il livello di integrazione delle communitá e piu sviluppato a Milano che a Roma.

Comunque. 26 miglia. Eccolo. Wow. Poi, dopo una deliziosa ma piccolisima cena peruviana bagnata da piú-che-sufficiente pizco sours e birre artiginali da rimpiazzarare tutte le calorie che ero riuscito a perdere, siamo arrivati, grazie a Uber, stanchi morti, a casa, dove un utilissimo amico su Whatsapp mi ha ricordato una piccola cosa: la maratona non é ‘soltanto’ 26 miglia. C’é di piu: un altro 0,2188. Ecco perché alle 9.45 di sera mi sono rimesso a camminare, dentro dello ‘spazioso’ (secondo Airbnb) ‘minisculo’ (secondo realtá) appartamento. Tutt’ora non sono assolutamente guarito della mia odissea lombarda. In qualche modo, la prossima volta andró in bici piuttosto che in tram. Niente piú maratone.

* Dove, come al solito in Italia, non c’era tempo per domande e risposte. Ma perché?!

img-20160924-wa0015

Dych chi’n siarad Italian?


I take a certain amount of encouragement in life from the fact that I don’t speak Italian. Perche? Well, I have tried to learn, a little bit. I spent a few days in Rome years ago wondering why all those street signs with arrows on them all said ‘Unica Via’, and I can put together some simple phrases like ‘No me piacce il calcio’, ‘ Dove c’e musica’ and ‘Oggi ho fatto qualcosa nostra’, but I don’t I know if I’d be up to, say, having a short conversation about il tempo meterelogico. So how can my lack of basic Italian conversation skills be a source of encouragement, even pride?

Well, Signor Nessuno, what it is is that I like knowing that it will always be an opzione. If at any point I ever have cause to become really bored or despondent, like per exemplo if we ever get to the point where newspapers stop asking asinine rhetorical questions like ‘is it too late to prevent global warming’ and start accepting that we really are actually finito nella merda, then at that point I can always invest in a cheap grammar book and a copy of ‘La Republica’ or whatever the most left-wing daily newspaper is and comenzare (a?) aprendere.

See, it’s easy to learn Italian, and it’s fun and makes your brain grow. To the size of an Italian’s! If I ever get really interested in it I could always go and live there for a while, although one less radical option would be to find an intercambio. Recently I put an ad on the gumtree site ’cause of wanting to practice those few languages in which I can have a short conversation about the weather. Italian wasn’t one of them, obviously, which is why it was a bit of a sorpresa to recebere una risposta from una ragazza Italiana. Ma no voglio praticare mi inglese! I protested in reply. Alguni personi sono idioti.

I’d recommend this nozione of Learning Italian as Potential Life TherapyTM to anyone feeling down, bored or even suicida.

If you’re ever faced with someone – friend, family, or even someone you work with but don’t actually like – who is entertaining thoughts of topping theyselves, just ask ‘parle italiano?’ If by any chance they answer ‘Ma sono italiano!’, you could always try, I dunno, ‘Dych chi’n siarad Cymraeg?’, although that might actually not work in quite the same way. If you’re for any reason having this conversation with Berlesconi or Paulo di Canio, just tell them, in all seriousness ‘Penso, come amico, que la migliore cosa que le puoi fare è suicidaresi. Stronzo fascista‘.